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Come funziona il meccanismo di rivalutazione delle pensioni

Ogni anno il Ministero dell’Economia e quello del lavoro, sulla base dei dati ISTAT sull’inflazione, stabiliscono la percentuale da applicare al meccanismo di rivalutazione delle pensioni pubbliche.

In questo articolo scopriremo cos’è il meccanismo di rivalutazione e come funziona, fornendo anche alcuni esempi concreti per chiarire meglio i passaggi.

Infine, vedremo come proteggere gli anni della pensione valutando attentamente l’adesione a una forma di previdenza complementare.

Cos’è la rivalutazione delle pensioni?

Ogni anno l’importo degli assegni pensionistici viene rivalutato sulla base dell'indice medio dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.

Per intenderci, quindi, le pensioni vengono adeguate all’incremento dell’inflazione.

Leggi anche il nostro approfondimento Cos'è l'inflazione e perché spaventa un suo aumento.

Il Ministero dell’Economia e il Ministero del Lavoro, tipicamente a novembre di ogni anno e sulla base dei dati forniti dall’ISTAT (che si occupa di rilevare l’indice dei prezzi al consumo), pubblicano un decreto in cui indicano:

  • la percentuale di rivalutazione automatica da applicare alle pensioni nell’anno successivo (la percentuale applicata nel 2022, quindi, è stata definita nel 2021);
  • la percentuale di rivalutazione definitiva per l’anno in corso al momento dell’emissione del decreto.

Se la percentuale definitiva determinata nell’anno in corso non coincide con quella provvisoria stabilita nell’anno precedente, avremo degli scostamenti. La differenza che si determina tra percentuale provvisoria e percentuale definitiva verrà conguagliata nell’anno successivo a quello della pubblicazione del decreto contenente il dato definitivo.

Per comprendere meglio questi delicati passaggi, prendiamo in considerazione gli assegni pensionistici del 2022. La rivalutazione viene fatta in tre step:

  • decreto 2021 con rivalutazione provvisoria per il 2022 che si applica alle pensioni;
  • decreto 2022 con rivalutazione definitiva per il 2022 sulla base del dato dell’inflazione effettivo;
  • nel 2023 eventuale conguaglio, in positivo o in negativo, per scostamenti tra rivalutazione provvisoria e definitiva.

Come funziona la rivalutazione delle pensioni

Veniamo alla rivalutazione delle pensioni per il 2022, con la percentuale di variazione provvisoria fissata al +1,7%.

Questa variazione può essere applicata nella sua interezza oppure in parte, a seconda dell’importo dell’assegno pensionistico rivalutato.

Nel dettaglio:

  • viene applicata interamente per gli assegni di importo fino a quattro volte il trattamento minimo. Per il 2022 la pensione minima mensile ammonta a 523,83 euro e, dunque, la rivalutazione dell’1,7% spetta agli assegni fino a 2.095,32 euro;
  • viene applicata al 90% dell’indice di rivalutazione (dunque 1,53%) per la quota degli assegni compresa tra quattro e cinque volte il trattamento minimo, dunque tra 2.095,32 e 2.619,15 euro;
  • per la quota eccedente cinque volte il trattamento minimo, dunque per la parte dell’assegno che supera i 2.619,15 euro la rivalutazione sarà del 75% dell’indice (quindi 1,275%).

Dunque, per chi prende una pensione mensile pari a 1.200 euro, la rivalutazione da applicare è pari all’1,7%. Il pensionato in questione vedrà l’assegno aumentare di 20,40 euro, raggiungendo un totale mensile di 1.220,40 euro.

Facciamo adesso un esempio su un assegno mensile di 3.000,00 euro, per meglio comprendere il funzionamento delle quote:

  • su 2.095,32 applichiamo la rivalutazione dell’1,7%, arrivando a un importo di 2.130,94 euro;
  • sulla quota tra quattro e cinque volte il trattamento minimo, cioè 523,83, applichiamo l’aliquota dell’1,53%, ottenendo 531,84 euro;
  • per la parte eccedente, pari a 380,85, applichiamo l’1,275%, giungendo a 385,70 euro.

Il nuovo assegno totale è dunque pari a 3.048,48 euro.

Integrare la pensione con la previdenza complementare

Oltre alla rivalutazione ISTAT della pensione pubblica, che come visto rappresenta comunque un incremento esiguo dell’assegno pensionistico, è possibile contrastare gli effetti dell’inflazione futura anche aderendo a una forma di previdenza complementare come il Fondo Priamo.

In effetti, con il Fondo pensione Priamo - un fondo negoziale senza scopo di lucro che agisce nel solo interesse degli aderenti - è possibile:

  • accumulare fondi che consentiranno di integrare la pensione pubblica;
  • usufruire dei vantaggi fiscali riservati alla previdenza complementare già in fase contributiva;
  • scegliere la linea di investimento più adatta a te in base al rapporto rischio-rendimento e beneficiare di commissioni contenute.

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