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I numeri dei pensionati italiani secondo il rapporto INPS

Quanti sono i pensionati nel nostro Paese? A quanto ammonta il loro assegno pensionistico? Come si suddividono sul territorio e per genere? Quanto è cresciuta l’età del pensionamento nel tempo?

Questi e molti altri sono i dati aggiornati al 31 dicembre 2019 emersi dal 19° Rapporto annuale INPS dal titolo INPS tra emergenza e rilancio, pubblicato nel mese di ottobre 2020.

Sono dati importanti, che fanno luce su informazioni fondamentali sia per i decisori istituzionali sia per le scelte previdenziali individuali, in particolare per chi sta valutando se aderire alla previdenza complementare.

I pensionati in Italia nel 2019

Il 31 dicembre 2019 si contano in italia oltre 16 milioni di pensionati, 7,7 milioni sono maschi e 8,3 milioni femmine.

L’importo annuo complessivo percepito da questi soggetti è pari a 300 miliardi di euro (168 per gli uomini e 132 per le donne).

Il 96% di questi pensionati, più di 15,5 milioni di persone, percepisce almeno una prestazione erogata dall’INPS con un reddito pensionistico medio mensile di 1.586,44 euro, lievemente superiore a quello dei pensionati italiani complessivi (1.563,79 euro).

I quasi 600 mila pensionati restanti (4%) non beneficiano di nessuna prestazione da parte dell’INPS ma percepiscono rendite INAIL o pensioni di guerra o ancora pensioni da casse professionali, da fondi pensione e da enti minori.

Se si analizziamo la distribuzione per area geografica dei pensionati INPS, emerge che i titolari di assegno pensionistico sono così distribuiti:

  • 47% Nord
  • 20% Centro
  • 31% Sud

Il restante 2% risiede all’estero.

L’importo medio mensile del reddito pensionistico dei pensionati complessivi è sostanzialmente uguale al Nord e al Centro (circa 1.711 euro) mentre nel Mezzogiorno scende a 1.409,89 euro.

I redditi dei pensionati italiani nel 2019

Come abbiamo visto, le donne rappresentano la maggioranza dei pensionati (52%), ma gli uomini percepiscono il 56% dei redditi pensionistici.

Questo incide in maniera consistente sull’importo medio mensile dei redditi percepiti, che per le donne è inferiore rispetto a quello

degli uomini del 28% (1.321,43 euro per le donne contro i 1.825,52 per gli uomini).

Le prestazioni di tipo previdenziale, rappresentano oltre l’80% del totale e sono così suddivise:

  • circa il 50% a carico del Fondo Lavoratori Dipendenti;
  • 29,4% a carico delle Gestioni Lavoratori Autonomi e Parasubordinati;
  • 17,7% a carico della Gestione Dipendenti Pubblici.

L’importo medio dell’assegno pensionistico per il 2019 risulta pari a 1.192,47 euro con un picco pari a 1.928,56 nella Gestione Dipendenti Pubblici.

Se analizziamo le pensioni sulla base delle diverse categorie, emerge che:

  • la categoria più numerosa è rappresentata dalle pensioni di anzianità/anticipate con il 30,1% del totale, con l’importo più elevato (1.833,42 euro mensili);
  • pensioni di vecchiaia per il 24,7%, con assegno medio di 866,87 euro mensili;
  • pensioni ai superstiti, o reversibilità (20,6%), con reddito medio mensile di 710,18 euro;
  • invalidità civile (15,5%) e invalidità previdenziale (5,2%), con importo mensile pari a 954,46 euro;
  • pensioni/assegni sociali (3,8%), per importi mensili pari a 400 euro.

Per quanto concerne le differenze tra redditi maschili e femminili, si osserva che nelle classi di reddito pensionistico più basso (fino a 1.500 euro mensili) le donne sono sempre in numero maggiore rispetto agli uomini.

Nelle classi di reddito pensionistico più elevato (oltre i 1.500 euro mensili), invece la situazione si inverte completamente fino ad arrivare all’ultima classe (sopra i 3.000 euro mensili) in cui i maschi rappresentano quasi il triplo delle femmine (12,5% contro il 4,4%).

L’età dei pensionati italiani nel 2019

Quanti anni hanno i pensionati italiani? L’INPS nel suo Rapporto ci fornisce la distribuzione dei pensionati per classe di età ed emerge che:

  • la classe più numerosa, sia per i maschi che per le femmine, è quella tra 70 e 79 anni;
  • la classe in cui le donne sono più numerose degli uomini (staccandoli di oltre 10 punti percentuali), è quella degli ultraottantenni;
  • la classe in cui il reddito ha l’importo medio più elevato è, per entrambi i sessi, quella tra 65 e 69 anni.

Sottolineiamo che la spiccata prevalenza femminile nell’ultima classe di età è determinata fondamentalmente da aspettative di vita diverse tra i due sessi; secondo gli ultimi dati ISTAT, infatti, l’aspettativa di vita è pari a 85,3 anni per le femmine e a 81 anni per i maschi.

Età del pensionamento

L’età del pensionamento delle pensioni di anzianità, a partire dalla riforma Amato, e con i diversi provvedimenti legislativi che hanno inasprito i requisiti contributivi, ha subito numerose revisioni al rialzo per entrambi i sessi.

In particolare a partire dal 1992, l’età è aumenta per gli uomini da 55,2 a 62,7 anni e per le donne da 52,4 a 62,3 anni.

Come appare evidente, nel corso degli anni, e riforma dopo riforma, le differenze delle età al pensionamento tra i due sessi si sono lentamente affievolite, passando da una distanza di quasi 3 anni nel primo periodo a una distanza pressoché nulla già a partire dal 2005.

Se osserviamo l’andamento delle età medie al pensionamento dei beneficiari di pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipate, emerge che a seguito degli interventi normativi degli ultimi anni le età medie sono aumentate:

  • per gli uomini di circa 7 anni (da 57 anni nel 1992 a 64 nel 2019);
  • per le donne di circa 8,5 anni (da 55 anni e mezzo nel 1992 a 64 nel 2019).

Analizzando gli anni più recenti si nota che la curva degli uomini cresce velocemente dal 2008 al 2014 per poi stabilizzarsi intorno ai 64 anni fino al 2019, mentre quella delle donne dal 2008 ha una crescita più graduale raggiungendo l’età di 64 anni nel 2019.

Le pensioni 2019 in sintesi

Ricapitoliamo alcuni dei dati analizzati finora, per avere un quadro sintetico della situazione delle pensioni e dei pensionati italiani al 31 dicembre 2019.

Si tratta di informazioni utili, relative alla previdenza obbligatoria al fine di prendere delle decisioni consapevoli circa la previdenza complementare, e in particolare sulla convenienza della scelta nel corso della carriera lavorative di aderire a un fondo pensione.

Ecco i numeri chiave:

  • i pensionati sono oltre 6 milioni;
  • il reddito medio mensile è pari a 1.563,79;
  • la speranza di vita sulla base dei dati ISTAT inseriti nel Rapporto ha raggiunto 85,3 anni per le donne e a 81 anni per gli uomini;
  • i pensionati da lavoro dipendente sono la maggioranza;
  • le donne percepiscono un assegno pensionistico mediamente più basso rispetto agli uomini della stessa età;
  • l’età del pensionamento è in continua crescita.

L’analisi del quadro generale, dunque, può esserti utile, in aggiunta a quella personale, per scegliere di prendere il controllo del tuo futuro pensionistico aderendo alla previdenza complementare, colmando il possibile gap di reddito futuro (nel passaggio da lavoro a pensione) ed eventualmente anticipando i tempi di pensionamento grazie alla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA).

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Temi: Pensione

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