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Che cosa sono i contributi figurativi

Contributi previdenziali accreditati sul conto previdenziale del lavoratore, senza alcun esborso da parte di quest’ultimo: parliamo dei contributi figurativi.

Pur non comportando versamenti in denaro, essi contribuiscono al conteggio dei periodi contributivi per andare in pensione e al calcolo dell’assegno pensionistico.

In questo articolo vedremo in quali casi specifici i lavoratori hanno diritto a questo tipo di contributo (ad esempio quando percepiscono la disoccupazione) e in che modo l’adesione a un fondo pensione può contribuire a incrementare la serenità quando si pensa al momento del pensionamento, pur vivendo fasi di “vuoti contributivi” dovuti alla temporanea mancanza di lavoro.

Contributi figurativi: che cosa sono e a cosa servono

I contributi figurativi sono contributi previdenziali accreditati al lavoratore ai fini pensionistici, senza oneri per il lavoratore stesso.

In poche parole, sono contributi effettivamente conteggiati per il calcolo della pensione ma che non comportano un effettivo versamento in denaro.

I contributi figurativi vengono accreditati quando il lavoratore:

  • non ha prestato attività lavorativa né dipendente né autonoma;
  • ha percepito un’indennità a carico dell’Inps;
  • ha percepito retribuzioni in misura ridotta.

Diverse sono le finalità per cui vengono accreditati, nel dettaglio a:

  • copertura, se il periodo cui fanno riferimento è completamente scoperto di contribuzione e non sono dunque state accreditate settimane per attività lavorativa soggetta a contribuzione obbligatoria;
  • integrazione, se è stata corrisposta, nel periodo di riferimento, una retribuzione ridotta che ha determinato l’obbligo del versamento contributivo e il relativo accredito di settimane sul conto previdenziale del lavoratore;
  • incremento, se l’attività lavorativa è stata svolta nel settore agricolo.

In sostanza vanno a incrementare il conto previdenziale del lavoratore anche nei casi - vedremo nel dettaglio quali - in cui l’attività non è svolta in maniera regolare o non viene svolta affatto, ma il lavoratore ha comunque diritto al conteggio di quei contributi.

Sono contributi fondamentali perché incidono su:

  • diritto alla pensione (cioè la determinazione del momento in cui avviene il ritiro dal lavoro);
  • calcolo della pensione (dunque l’importo dell’assegno pensionistico, che si determina con il sistema contributivo).

Leggi anche il nostro approfondimento Qual è la differenza tra pensione contributiva e retributiva

Come vengono accreditati i contributi figurativi

L’accredito dei contributi figurativi può avvenire in due diverse modalità, a seconda dei casi:

  • può avvenire d’ufficio, dunque il lavoratore non deve attivarsi per ottenerli, ma al massimo controllare che sia tutto in regola accedendo di tanto in tanto all’area riservata del portale INPS;
  • in altri casi, invece, deve essere il lavoratore a fare, proattivamente, domanda all’Istituto di Previdenza.

Accredito d’ufficio dei contributi figurativi

L’accredito dei contributi figurativi d’ufficio, dunque senza necessità di fare domanda, avviene per i periodi durante i quali il lavoratore è stato:

  • in cassa integrazione guadagni straordinaria;
  • assunto con contratto di solidarietà;
  • impegnato in lavori socialmente utili, nei casi e con le modalità previste dalle specifiche disposizioni legislative e amministrative in materia.

L’accredito d’ufficio si ottiene anche nei casi in cui il lavoratore abbia beneficiato di:

  • indennità di mobilità;
  • indennità di disoccupazione (Naspi);
  • assistenza antitubercolare a carico dell’INPS.

Domanda di accredito dei contributi figurativi

Ci sono poi dei casi in cui i contributi figurativi sono accreditati solo a fronte di una domanda fatta all’INPS da parte dell’avente diritto.

L’INPS indica in maniera dettagliata le situazioni in cui il soggetto, pur non lavorando, ha diritto al conteggio dei contributi ai fini pensionistici, nel dettaglio:

  • servizio militare;
  • malattia e infortunio;
  • assenza dal lavoro per donazione sangue;
  • congedo per maternità durante il rapporto di lavoro;
  • maternità al di fuori del rapporto di lavoro corrispondente al congedo per maternità;
  • congedo parentale durante il rapporto di lavoro;
  • riposi giornalieri (per intenderci i permessi per allattamento);
  • assenze dal lavoro per malattia dei figli;
  • congedo per gravi motivi familiari;
  • permesso retribuito ai sensi della Legge 104/92 (disabilità grave);
  • congedo straordinario ai sensi della Legge 388/2000 (disabilità grave);
  • periodi di aspettativa per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive o per l’assunzione di cariche sindacali.

I dettagli circa le domande per ciascuno dei casi elencati sono disponibili sulle pagine del sito INPS dedicata ai contributi figurativi.

Contributi figurativi e fondi pensione

Come visto, i casi per i quali si ha diritto ai contributi figurativi sono tassativamente quelli previsti dalla legge e non contemplano tutti i casi in cui un soggetto in età da lavoro si ritrova in condizione di non lavorare.

Un esempio è la fase che intercorre fra la fine del periodo in cui si percepisce l’assegno di disoccupazione (che è limitato nel tempo) e una nuova assunzione.

Aderire a un fondo pensione diventa fondamentale anche per sopperire a eventuali fasi in cui non si lavora e non si maturano contributi, per due motivi ben precisi:

  • il fondo pensione fa maturare il diritto alla pensione integrativa, che dunque incrementa l’assegno pensionistico pubblico, nel caso in cui i contributi maturati non siano sufficienti a mantenere il tenore di vita precedente il momento del ritiro dal lavoro;
  • grazie alla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA), il lavoratore ha la possibilità di utilizzare il fondo pensione in caso di perdita del lavoro pochi anni prima del pensionamento, coprendo dunque anche una mancanza di requisiti contributivi dovuta a fasi di perdita del lavoro.

Insomma, i fondi pensione sono un’ottima risposta a una fase storica in cui si potrebbero creare dei buchi contributivi che nemmeno i contributi figurativi riescono a colmare.

Leggi anche il nostro approfondimento RITA e lavoro: i chiarimenti della COVIP.

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