Home > Blog di Priamo > Come cambia il calcolo dei contributi volontari nel 2022

Il blog di Priamo

Come cambia il calcolo dei contributi volontari nel 2022

L’INPS, alla luce dei dati sull’inflazione rilevati nel 2021 rispetto al 2020, ha rivisto il calcolo dei contributi volontari nel 2022.

Con la circolare n. 24 dell’11 febbraio 2022, l’Istituto ha infatti ridefinito i minimali su cui determinare l’importo dei contributi volontari e le relative aliquote per il calcolo.

In questo articolo scopriamo che cosa sono i contributi volontari, quali sono le novità e i costi per il 2022 e, infine, quanto sia importante fare delle valutazioni approfondite prima di procedere con questo tipo di versamento, considerando che l’opzione di versare i propri contributi in un fondo pensione potrebbe garantire maggiori opportunità sia nel breve che nel lungo periodo.

Cosa sono i contributi volontari INPS?

I contributi volontari INPS sono contributi che possono essere versati per andare a colmare alcuni “buchi contributivi” che possono verificarsi per diversi motivi:

  • periodi in cui l’iscritto alla previdenza pubblica non svolge alcun tipo di attività lavorativa dipendente, autonoma o parasubordinata;
  • utilizzo di brevi periodi di aspettativa non retribuita per motivi familiari o di studio;
  • il lavoro è part-time e, dunque, la contribuzione è pressoché dimezzata.

Si tratta dunque dell’opportunità concessa ai lavoratori di integrare la propria contribuzione volontariamente e di tasca propria, in modo da ottenere un maggior accumulo di:

  • contributi versati, che con il sistema contributivo vanno a costituire la base di calcolo dell’assegno pensionistico futuro;
  • periodi contributivi, utili ad avvicinare temporalmente il momento del pensionamento (si pensi a Quota 100 o 102, che consentono di andare in pensione in anticipo ma solo al raggiungimento di una specifica soglia di anni di contribuzione).

Leggi anche il nostro approfondimento Quanto costano i contributi volontari per la pensione pubblica?

Calcolo dei contributi volontari 2022

In quale misura devono essere versati i contributi volontari? E quali sono le basi di calcolo da prendere in considerazione?

L’INPS, con la summenzionata circolare 24/2022, è intervenuta per stabilire per l’anno in corso quali sono le aliquote di contribuzione da prendere a riferimento per determinare l’importo dei contributi volontari relativi alle varie categorie di lavoratori non agricoli, autonomi e iscritti alla gestione separata.

Le aliquote e i redditi di riferimento per la determinazione dei contributi volontari relativi al 2022 sono stati aggiornati sulla base della variazione percentuale nell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati - l’inflazione per intenderci - verificatasi tra il periodo gennaio/dicembre 2020 e il periodo gennaio/dicembre 2021, che l’ISTAT ha stimato nella misura dell’1,9%.

Per quanto concerne i lavoratori dipendenti, occorre tenere presenti questi tre dati relativi al 2022:

  • la retribuzione minima settimanale, in base alla quale calcolare i contributi volontari, è pari a 210,15 euro;
  • l’aliquota contributiva a carico dei lavoratori dipendenti non agricoli, autorizzati alla prosecuzione volontaria nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD) con decorrenza successiva al 31 dicembre 1995, è pari al 33%.
  • se la retribuzione annuale supera i 48.279 euro, è prevista un’aliquota aggiuntiva dell’1%.

Ricordiamo che il FPLD riguarda Autoferrotranvieri, Elettrici, Telefonici e dirigenti ex INPDAI.

Contribuzione volontaria o contributi al fondo pensione

Facciamo un po’ di conti sui costi della contribuzione volontaria nel 2022.

Sulla base del minimale settimanale pari a 210,15 euro e all’aliquota contributiva fissata al 33%, scopriamo che i contributi volontari nel 2022 costano 69,35 euro a settimana, il che corrisponde a 3.606,20 euro per un anno intero (abbiamo moltiplicato la quota settimanale per le 52 settimane che compongono un anno solare).

Dunque una cifra consistente, che andrebbe gestita nel migliore dei modi, valutando anche l’opportunità di destinarla in alternativa alla previdenza complementare.

Chi sceglie di aderire a un fondo pensione chiuso come Priamo, infatti, può decidere di destinare alla previdenza complementare:

  • il proprio TFR;
  • un contributo periodico determinato sulla propria retribuzione;
  • un contributo a carico del datore di lavoro, solo nel caso in cui si versi almeno il contributo minimo a carico dell’aderente.

In effetti, l’aderente può decidere, in totale autonomia, di effettuare ulteriori versamenti volontari al Fondo Pensione, in modo da aumentare il montante accumulato. Questo, come accennato, attiverà l’erogazione aggiuntiva di un contributo da parte del datore di lavoro.

Infine, ricordiamo che i fondi pensione negoziali consentono di accedere a una serie di benefici:

  • vantaggi fiscali nelle 3 diverse fasi (contribuzione, accumulo e prestazione);
  • possibilità di accedere alla RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata), che consente di anticipare il momento della pensione;
  • costi contenuti, dal momento che i fondi pensione negoziali sono senza scopo di lucro e agiscono nel solo interesse dei lavoratori della categoria.

Per maggiori informazioni consulta le nostre FAQ sulla contribuzione al Fondo Priamo

Scopri tutti i vantaggi del Fondo Priamo. Contattaci!

Il campi segnalati da (*) sono obbligatori

Articoli correlati