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Come funziona il riscatto totale del Fondo Pensione a scadenza

In un fondo pensione, la possibilità di ottenere il riscatto totale della posizione maturata è senza dubbio un grande vantaggio offerto a chi sceglie questa forma di previdenza complementare.

L’aderente sa che potrà riavere il montante maturato in caso di invalidità, perdita del lavoro, decesso e perdita dei requisiti per l’adesione.

Vediamo, nel dettaglio, come funziona il riscatto, quali sono i casi in cui si può fare domanda e come viene tassato.

Quando si può richiedere il riscatto totale del Fondo Pensione?

I soggetti che aderiscono al fondo pensione hanno diritto al riscatto della posizione individuale maturata, totale o parziale.

Il riscatto totale può essere richiesto in determinati casi specifici, tra cui i seguenti:

  • invalidità permanente che comporti la riduzione delle capacità di lavoro a meno di un terzo;
  • cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi;
  • perdita dei requisiti di partecipazione, tuttavia, come vedremo, questa opzione è fiscalmente meno agevolata rispetto alle altre forme di riscatto.

In caso di morte dell’iscritto che ha maturato il diritto alla pensione integrativa, l’intera posizione individuale maturata viene riscattata dal soggetto beneficiario indicato dall’aderente o, in sua assenza, dagli eredi. In caso di morte dell’iscritto prima che abbia maturato il diritto alla pensione integrativa, l’intera posizione individuale maturata è riscattata da un soggetto designato o, in alternativa, dagli eredi.

Infine, se non ci sono eredi, la somma accumulata resta nel fondo per essere distribuita tra tutti gli altri iscritti.

Come è tassato il riscatto totale?

Il riscatto della posizione nel fondo pensione è soggetto a tassazione, e l’aliquota applicata dipende dalla permanenza dell’aderente nel fondo.

Nel dettaglio, le somme erogate a titolo di riscatto della posizione individuale (al netto della componente finanziaria che ha già scontato l’imposta sostitutiva del 20%, nonché dei contributi non dedotti) sono assoggettate a una ritenuta a titolo d’imposta con aliquota del 15%, ridotta di una quota pari allo 0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo di partecipazione a forme pensionistiche complementari, con un limite massimo di riduzione del 6%, nei seguenti casi:

  • in caso di cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo non inferiore a 12 mesi e non superiore a 48 mesi;
  • in caso di ricorso da parte del datore di lavoro a procedure di mobilità;
  • in caso di cassa integrazione guadagni ordinaria o straordinaria (riscatto parziale);
  • in caso di invalidità permanente che comporti la riduzione della capacità di lavoro a meno di un terzo;
  • in caso di cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi

(riscatto totale);

  • in caso di morte dell’aderente prima della maturazione del diritto alla prestazione pensionistica.

Nel caso di riscatto totale dovuto alla perdita del requisito di partecipazione al fondo, la tassazione sale al 23%, dunque occorre valutare la convenienza economica dell’operazione.

Prestazione finale in capitale al 100%

Chiudiamo con un ultimo caso in cui l’aderente può richiedere il 100% della posizione maturata, sebbene non si tratti del riscatto.

Parliamo della fase di prestazione, una volta raggiunti i requisiti di pensionamento.

Infatti, al momento della pensione gli iscritti al fondo possono scegliere tipicamente tra due prestazioni alternative:

  • rendita per il 100%;
  • rendita (minimo 50%) e capitale (massimo 50%).

La prestazione può essere percepita dall’iscritto interamente sotto forma di capitale solo se la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70% del montante finale sia inferiore al 50% dell’assegno sociale, che nel 2021 è pari a 450,28 euro mensili (dunque l’importo di riferimento è pari a 225,14 euro).

Semplifichiamo i passaggi:

  • si prende l’intera posizione maturata e si calcola il 70%;
  • si converte questo 70% in una rendita mensile;
  • se la rendita mensile è inferiore a 225,14 euro (50% dell’assegno sociale del 2021), allora è possibile ottenere il 100% del capitale in fase di prestazione.

In sostanza, si potrà ricevere il totale della posizione accumulata, sotto forma di capitale, solo se questo non raggiunge un importo sufficiente a generare una rendita abbastanza elevata.

Riscatto totale e adesione al Fondo Priamo

La possibilità di accedere al riscatto totale, in tutti i casi previsti dalla legge, rappresenta uno degli importanti vantaggi dell’adesione al Fondo Priamo.

Significa sapere di avere un capitale accantonato che può ritornare nelle disponibilità dell’aderente, ad esempio in caso di perdita del lavoro o invalidità, a cui peraltro si applica una tassazione agevolata.

Infine, è importante sottolineare che, proprio ai fini fiscali, un’adesione in giovane età comporta un notevole risparmio in occasione di un possibile riscatto.

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