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Come trasferire un fondo pensione a un altro?

È possibile trasferire la propria posizione individuale maturata in un fondo pensione passandola a un altro? La risposta è sì. Tuttavia, occorre rispettare determinate condizioni relative alla permanenza nel fondo di partenza.

In questo articolo vedremo quali sono le motivazioni che rendono possibile il trasferimento senza perdere la continuità di permanenza nella previdenza complementare, se sono previsti dei costi o una tassazione specifica, qual è l’iter da seguire e quali i tempi necessari per completare il passaggio dell’intero montante maturato nel fondo di partenza.

Infine, scopriremo quali sono i passaggi da seguire in caso di trasferimento da e per il Fondo Priamo.

Quando si può trasferire un fondo pensione a un altro?

Il trasferimento del fondo pensione consente di spostare l’intero montante maturato da un fondo all’altro, mantenendo la continuità in termini di anni di permanenza in una forma di previdenza complementare, ed è possibile a determinate condizioni.

Questa continuità è fondamentale, ad esempio in caso di una richiesta di anticipo oppure per determinare l’aliquota di vantaggio al momento della prestazione finale, ovvero della pensione integrativa.

Per poter operare il trasferimento, occorre soddisfare una delle seguenti condizioni:

  • per un trasferimento volontario, è necessario che siano passati almeno due anni dal momento dell’iscrizione al fondo pensione;
  • il lavoratore ha maturato il diritto alla prestazione pensionistica, è iscritto al fondo da almeno cinque anni e sceglie di trasferirsi per avvalersi delle condizioni di erogazione della rendita praticate dal fondo pensione di destinazione;
  • soltanto nel caso in cui il fondo pensione di partenza sia negoziale, il lavoratore ha perso i requisiti di partecipazione al fondo poiché ha cambiato lavoro ed è passato ad altro contratto collettivo (CCNL).

I fondi pensione negoziali sono infatti legati ai CCNL di riferimento, dunque la partecipazione è possibile esclusivamente se si lavora con un contratto di lavoro che rientra tra quelli collegati al fondo. Ad esempio, Priamo è il fondo pensione negoziale per i lavoratori cui si applicano i seguenti CCNL:

  • del trasporto pubblico locale (TPL-mobilità), già CCNL degli autoferrotranvieri-internavigatori;
  • per i lavoratori addetti agli impianti del Trasporto a fune;
  • per i lavoratori addetti all’attività di Noleggio autobus con conducente;
  • del personale marittimo;
  • del personale amministrativo delle società aderenti a CONFITARMA, ASSORIMORCHIATORI, FEDERIMORCHIATORI e FEDARLINEA;
  • dei settori della logistica, trasporto merci;
  • delle agenzie marittime e raccomandatarie e mediatori marittimi;
  • delle autoscuole e studi di consulenza automobilistica;
  • dei porti;
  • delle guardie ai fuochi;
  • dei lavoratori del FASC;
  • specifici accordi di adesione relativi agli addetti con contratti collettivi affini intesi quelli operanti nel settore funerario.

L’eventuale passaggio da fondo negoziale ad altra forma di previdenza complementare, ovvero a un fondo aperto oppure a un PIP (Piano Individuale Pensionistico), o di adesione individuale a un fondo pensione aperto, può avvenire per espressa scelta del lavoratore, che per qualsiasi motivo personale sceglie di affidare la propria posizione individuale a un fondo aperto o ad un PIP, oppure per “scelta obbligata”, poiché il CCNL di approdo non ha ancora istituito il relativo fondo pensione negoziale.

Occorre sapere che, in questo passaggio, il lavoratore perderà il contributo aggiuntivo a carico del datore di lavoro, qualora lo abbia attivato con il fondo pensione di partenza. Ricordiamo, infine, che fondi aperti e PIP comportano costi di gestione sicuramente più alti di quelli previsti dai fondi negoziali, poiché questi ultimi sono istituiti senza scopo di lucro e operano nell’esclusivo interesse dei soggetti aderenti. A tal proposito, è possibile consultare la Scheda I costi, reperibile nella home page del Fondo Priamo.

Leggi anche il nostro approfondimento Cosa succede alla mia pensione se cambio lavoro

Trasferimento ad altro fondo pensione: come si fa?

Per il passaggio da un fondo pensione a un altro, occorre seguire una procedura ben precisa, un percorso che deve prendere il via da una richiesta scritta dell’aderente al vecchio fondo (fondo cedente), in cui esprime la sua volontà di trasferire la propria posizione individuale.

Il fondo cedente, ricevuta la richiesta, procede con i controlli, per verificare che ci siano i requisiti per il trasferimento della posizione individuale e, se l’esito è positivo, comunica al fondo cessionario (il nuovo fondo, per intenderci) l’intenzione dell’aderente di trasferire la sua posizione e ne richiede l’assenso.

L’iter si conclude appunto con l’autorizzazione al passaggio del montante da parte del fondo cessionario.

Per essere completata, la procedura può richiedere qualche mese (al massimo sei), dal momento che i soggetti coinvolti sono molteplici:

  • aderente;
  • fondo cedente;
  • fondo cessionario;
  • datore di lavoro che si occupa sia dei versamenti al fondo del TFR, sia degli eventuali contributi del lavoratore e dell’azienda stessa;
  • eventuale finanziaria in caso sia in corso un finanziamento con cessione del quinto dello stipendio.

Per approfondire quest’ultimo punto, consigliamo la lettura del nostro articolo Cessione del quinto e fondo pensione: cosa devi sapere.

Ricordiamo, infine, che i trasferimenti da un fondo pensione a un altro sono totalmente esenti da qualsiasi onere fiscale, dal momento che, come detto, il passaggio opera in continuità da una forma pensionistica all’altra.

Trasferimento da e verso il Fondo Priamo

Vediamo, adesso, come trasferire la propria posizione dal Fondo Priamo ad altra forma di previdenza complementare.

Come prima cosa, occorre compilare il modulo di richiesta del trasferimento, disponibile sul sito del Fondo, che prevede l’indicazione delle seguenti informazioni:

  • dati anagrafici e recapiti dell’aderente, incluso il numero di iscrizione a Priamo;
  • motivazione della richiesta di trasferimento (volontaria, pensionamento o perdita dei requisiti con passaggio ad altro CCNL);
  • riferimenti della forma pensionistica di destinazione;
  • dati dell’azienda.

Come detto, il trasferimento è esente da imposizione fiscale, ma per quello in uscita, cioè da Priamo ad altro fondo, è previsto un contributo una tantum da versare a Priamo.

Se, invece, il trasferimento è in entrata, dunque da altra forma pensionistica verso Priamo, non sono previsti costi e si segue l’iter illustrato nel paragrafo precedente, partendo dalla comunicazione dell’aderente al fondo cedente.

Leggi anche il nostro articolo Cosa succede al fondo pensione se mi trasferisco all'estero?

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