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Arretrati pensione: come richiederli all'INPS

Quando arriva in prossimità del momento della pensione, il lavoratore deve fare domanda all’INPS per ottenere il proprio assegno pensionistico pubblico.

In genere, il primo giorno lavorativo del mese successivo a quello di raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione, se la pratica è completa, viene accreditato il primo assegno.

Ma che cosa succede se la pratica non va a buon fine? Come si richiedono gli arretrati della pensione all’INPS?

In questo articolo vedremo nel dettaglio quando viene accreditata per la prima volta la pensione, dopodiché analizzeremo che cosa accade se si verificano dei ritardi nel pagamento e quali sono le opzioni possibili; inoltre, scopriremo cosa accade con gli arretrati e come richiederli se ci sono dei ritardi.

Infine, vedremo come funziona la richiesta della pensione integrativa per chi decide di iscriversi al Fondo Priamo e quali sono le tempistiche per l’accredito.

Quando viene pagata la pensione per la prima volta?

Il passaggio dal lavoro alla pensione è un momento importante per ciascun lavoratore e segna anche il passaggio dalla percezione di uno stipendio a quella dell’assegno pensionistico.

Le tempistiche sono molto importanti poiché, terminata la vita lavorativa, è fondamentale non creare “buchi” nei flussi di denaro in entrata e non erodere fin da subito i risparmi o addirittura andare finanziariamente in affanno.

Qualche mese prima di raggiungere i requisiti necessari per il pensionamento, qualsiasi sia la modalità prescelta (Quota 102, Opzione donna, APE Sociale, ecc.), occorre presentare domanda all’INPS, tramite sito dell’Istituto oppure contact center o ancora avvalendosi dei servizi dei Patronati.

Ricordiamo che bisogna muoversi per tempo, tuttavia non troppo in anticipo: la domanda si può fare quando mancano tre mesi al raggiungimento dei requisiti, non prima.

Solitamente il primo assegno pensionistico viene versato il primo giorno lavorativo del mese successivo a quello di raggiungimento dei requisiti di accesso.

Leggi anche il nostro articolo Flessibilità in uscita per le pensioni: quali sono le varie opzioni

Cosa succede se il pagamento della pensione ritarda?

Abbiamo fin qui illustrato come dovrebbero andare le cose senza particolari intoppi; tuttavia, per i motivi più svariati - ad esempio ritardi nell’invio o nel recepimento della domanda rispetto al primo mese di spettanza - è possibile che la pensione non venga liquidata nei tempi previsti.

In questo caso, pur non avendo percepito la pensione nella data prefissata, non si perde l’importo spettante. Semplicemente, la somma alla quale si ha diritto, arretrati inclusi, verrà versata al pensionato nella prima data utile.

Quindi nella peggiore delle ipotesi non ci sarà comunque alcuna perdita, ma un semplice ritardo.

Ma cosa fare in questi casi per capire quali siano le cause e sveltire la procedura?

I neo pensionati hanno una serie di opzioni per controllare lo stato della propria pratica di pensionamento e verificare che sia avvenuta almeno la disposizione del pagamento, in modo da capire in quale punto dell’iter il percorso si è “inceppato”:

  • chi si è rivolto ad un patronato (o CAF) per fare domanda, può tornare nei medesimi uffici e richiedere un controllo;
  • chi ha fatto da sé, mediante call center o sito INPS, può verificare lo stato della pratica tramite lo stesso canale;
  • chiunque poi può recarsi di persona presso l’ufficio territoriale INPS di competenza per chiedere delucidazioni.

Il pensionato ha quindi un ventaglio di opzione per ottenere informazioni circa la propria pratica ed eventualmente fornire la documentazione o le informazioni mancanti.

Come si richiedono i mesi di arretrati?

Come anticipato, gli arretrati vengono erogati unitamente alla prima mensilità effettivamente liquidata, dopo aver aver verificato la regolarità e la conformità della domanda presentata.

Dunque, per ottenere prima possibile quanto spetta e gli eventuali arretrati, è importante tenere sotto controllo la propria pratica di domanda, attraverso i canali illustrati nel paragrafo precedente.

Inoltre, consigliamo di utilizzare attivamente i servizi online offerti dall’INPS, ai quali si può accedere attraverso:

  • SPID, il sistema di identificazione utile ad accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione;
  • CIE, cioè la carta di identità digitale;
  • CNS, la carta nazionale dei servizi.

In questo modo è possibile, per i neo pensionati, ma anche in seguito, consultare direttamente lo stato della pratica, come pure quello dei pagamenti, mese dopo mese.

Fondo pensione: quando arriva la pensione integrativa?

Al raggiungimento dei requisiti per ottenere la pensione pubblica, gli iscritti ai fondi pensione come Priamo possono richiedere la pensione integrativa maturata fino a quel momento attraverso il versamento del TFR, di eventuali contributi propri e di quelli aggiuntivi del datore di lavoro, maggiorati dei rendimenti ottenuti nel corso del tempo e al netto di imposte e commissioni.

Attenzione! La maturazione dei requisiti per la pensione pubblica non è però condizione sufficiente. Per ottenere la pensione integrativa occorre anche essere iscritti al fondo pensione da almeno cinque anni (altra valida ragione per la quale si consiglia di aderire il prima possibile, già da giovani).

Una volta rispettate entrambe le condizioni, l’iscritto può chiedere al fondo la prestazione in forma di:

  • rendita al 100%;
  • mista di rendita (minimo 50%) e capitale (massimo 50%).

Dunque, il pensionato può chiedere la prestazione sotto forma di capitale per un importo massimo pari al 50% della posizione individuale maturata, mentre la restante parte deve essere convertita in rendita.

Il capitale può essere riconosciuto al 100% in un’unica soluzione soltanto in due casi specifici:

  • l’associato è un vecchio iscritto, cioè aveva aderito prima del 28 aprile 1993 a un fondo pensione istituito prima del 15 novembre 1992 e ha trasferito successivamente la posizione presso il Fondo Priamo;
  • l’importo della rendita annua vitalizia derivante dalla conversione del 70% del capitale finale è inferiore al 50% dell’assegno sociale, dunque la rendita che ne emerge è particolarmente esigua.

Veniamo infine alle tempistiche.

Una volta trasmesso al Fondo Priamo il modulo di domanda per la pensione complementare, Priamo ha 30 giorni di tempo dalla ricezione per richiedere eventuali chiarimenti circa la compilazione della richiesta o gli allegati presentati.

Entro 180 giorni dal momento in cui la pratica è completa, l’iscritto inizierà a ricevere la prestazione in rendita e/o la prestazione in capitale. Infine, il Fondo Priamo trasmette all’iscritto un documento che riepiloga la tassazione applicata.

Leggi anche il nostro approfondimento Come funziona il riscatto totale del Fondo Pensione a scadenza

Temi: INPS, Pensione

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