Ogni anno il Ministero dell’Economia e quello del lavoro, sulla base dei dati ISTAT sull’inflazione, stabiliscono la percentuale da applicare al meccanismo di rivalutazione delle pensioni pubbliche.
In questo articolo scopriremo cos’è il meccanismo di rivalutazione e come funziona, fornendo anche alcuni esempi concreti per chiarire meglio i passaggi.
Infine, vedremo come proteggere gli anni della pensione valutando attentamente l’adesione a una forma di previdenza complementare.
Ogni anno l’importo degli assegni pensionistici viene rivalutato sulla base dell'indice medio dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Per intenderci, quindi, le pensioni vengono adeguate all’incremento dell’inflazione.
Leggi anche il nostro approfondimento Cos'è l'inflazione e perché spaventa un suo aumento.
Il Ministero dell’Economia e il Ministero del Lavoro, tipicamente a novembre di ogni anno e sulla base dei dati forniti dall’ISTAT (che si occupa di rilevare l’indice dei prezzi al consumo), pubblicano un decreto in cui indicano:
Se la percentuale definitiva determinata nell’anno in corso non coincide con quella provvisoria stabilita nell’anno precedente, avremo degli scostamenti. La differenza che si determina tra percentuale provvisoria e percentuale definitiva verrà conguagliata nell’anno successivo a quello della pubblicazione del decreto contenente il dato definitivo.
Per comprendere meglio questi delicati passaggi, prendiamo in considerazione gli assegni pensionistici del 2022. La rivalutazione viene fatta in tre step:
Veniamo alla rivalutazione delle pensioni per il 2022, con la percentuale di variazione provvisoria fissata al +1,7%.
Questa variazione può essere applicata nella sua interezza oppure in parte, a seconda dell’importo dell’assegno pensionistico rivalutato.
Nel dettaglio:
Dunque, per chi prende una pensione mensile pari a 1.200 euro, la rivalutazione da applicare è pari all’1,7%. Il pensionato in questione vedrà l’assegno aumentare di 20,40 euro, raggiungendo un totale mensile di 1.220,40 euro.
Facciamo adesso un esempio su un assegno mensile di 3.000,00 euro, per meglio comprendere il funzionamento delle quote:
Il nuovo assegno totale è dunque pari a 3.048,48 euro.
Oltre alla rivalutazione ISTAT della pensione pubblica, che come visto rappresenta comunque un incremento esiguo dell’assegno pensionistico, è possibile contrastare gli effetti dell’inflazione futura anche aderendo a una forma di previdenza complementare come il Fondo Priamo.
In effetti, con il Fondo pensione Priamo - un fondo negoziale senza scopo di lucro che agisce nel solo interesse degli aderenti - è possibile:
Per maggiori informazioni sulle modalità di adesione al Fondo Priamo, invitiamo a consultare il nostro sito web www.fondopriamo.it.
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