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Come ottenere il massimo dal proprio fondo pensione

Se l’obiettivo è quello di ottenere il massimo dal proprio fondo pensione, allora è importante sottolineare un aspetto fondamentale: occorre considerare un orizzonte di lungo periodo.

In questo articolo spiegheremo il perché e vedremo quali sono gli elementi alla base di un’ideale allocazione delle risorse, per poi approfondire l’azione dei fondi pensione multicomparto e la cosiddetta finanza comportamentale, che si propone di mitigare comportamenti irrazionali e potenzialmente dannosi.

Infine, scopriremo nel dettaglio quali sono le linee di investimento del Fondo Priamo e come ottimizzare le proprie scelte in materia di previdenza complementare adottando la strategia Life Cycle.

Allocazione delle risorse: rischio, rendimento e orizzonte temporale

Quando si parla di investimenti, con l’espressione “corretta allocazione delle risorse” si fa riferimento all’attività alla base della massimizzazione dei rendimenti, sulla base di tre fattori fondamentali:

  • i rendimenti stessi, diversi per ogni tipologia di investimento;
  • la propensione al rischio dell’investitore, cioè la capacità e possibilità di sopportare potenziali perdite;
  • l’orizzonte temporale a disposizione, cioè il tempo a disposizione dell’investitore.

L’allocazione delle risorse tecnicamente è definita asset allocation e consiste in un'attenta diversificazione degli investimenti - cioè la costruzione di un portafoglio, inteso come l’insieme delle attività finanziarie e/o dei titoli detenuti dall’investitore - che persegua due obiettivi allo stesso tempo:

  • minimizzare i rischi;
  • massimizzare i profitti.

Non si tratta, dunque, di applicare regole generali e valide per tutti, ma di fare un lavoro di selezione degli investimenti che prenda in considerazione il capitale a disposizione dell’investitore, il rapporto rischio/rendimento e l’orizzonte temporale disponibile per quell’investimento.

Leggi anche il nostro approfondimento Perché è così importante diversificare gli investimenti

Fondo pensione multicomparto: come massimizzare il rendimento

I fondi pensione negoziali organizzano l’allocazione delle risorse dei soggetti aderenti attraverso i comparti o linee di investimento. Si tratta di forme di investimento che differiscono tra loro per due caratteristiche principali:

  • profilo di rischio;
  • rendimento.

In effetti, chi aderisce a un fondo pensione deve fare un’attenta valutazione della propria propensione al rischio, del patrimonio personale, degli obiettivi reddituali che intende raggiungere al momento della pensione, dell’orizzonte temporale a disposizione per l’accumulo (diverso se si hanno 20, 30, 40 o 50 anni) e del periodo di permanenza nel fondo.

I fondi pensione possono essere monocomparto, dunque proporre una sola linea di investimento, oppure multicomparto e quindi offrire agli iscritti più linee con l’opportunità di massimizzare il proprio investimento, come il Fondo Priamo.

Le linee di investimento vengono generalmente classificate come segue, con profilo di rischio crescente:

  • garantite;
  • obbligazionarie, pure e miste, che nell’ultimo caso investono principalmente in obbligazioni, anche se non in via esclusiva;
  • azionarie;
  • bilanciate, che tendenzialmente investono per la metà in azioni e per l’altra metà in obbligazioni.

Si tratta, insomma, di un ampio ventaglio di possibilità all’interno di una scelta già orientata a un obiettivo di risparmio ben preciso: costruire la propria pensione integrativa.

Ma per massimizzare l’investimento nel fondo pensione occorre innanzitutto compiere una scelta razionale e consapevole: ricordare sempre che si opera avendo come riferimento un orizzonte temporale lungo e “mantenere la calma” quando si affrontano momenti di instabilità finanziaria.

Fondo pensione e finanza comportamentale

Perché parliamo di scelte razionali e consapevole, consigliando inoltre di “mantenere la calma”? Perché quando si parla di investire i propri risparmi, la Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) afferma:

“Gli individui sono avversi alle perdite, ossia sono molto più sensibili alla possibilità di perdere rispetto alla possibilità di guadagnare un determinato importo e sono spesso influenzati dal risultato di decisioni pregresse: l’evidenza empirica e sperimentale mostra che in genere la propensione al rischio può aumentare dopo aver realizzato un guadagno, e stimolare, viceversa, un atteggiamento più conservativo dopo aver subito una perdita.”

Dunque, la percezione del rischio potrebbe essere ancorata a timori irrazionali o esperienze pregresse, tutti elementi non fondati su dati oggettivi.

La branca degli studi economici che indaga i comportamenti dei mercati finanziari, includendo nei propri modelli i principi di psicologia legati al comportamento individuale e sociale, si chiama finanza comportamentale. Essa fornisce indicazioni utili a disinnescare talune dinamiche che, di fatto, portano gli investitori ad autodanneggiarsi.

Nel caso dei fondi pensione, possiamo fare un esempio ancorato alla stretta attualità. Se nel biennio 2021/2022 l’iscritto al fondo si lasciasse spaventare da un tasso di inflazione (su cui si basa la rivalutazione del TFR lasciato in azienda) più elevato dei rendimenti del proprio fondo, agirebbe irrazionalmente. Ad esempio, potrebbe scegliere di ritirare il denaro dal fondo pensione o di cambiare comparto di investimento. Tuttavia, questo comporterebbe un rischio reale di perdite finanziarie (fino a quel momento solo “virtuali”), paradossalmente causato da una momentanea percezione di pericolo per il proprio denaro.

La scelta razionale sarebbe invece quella di restare nel fondo, scegliendo la linea di investimento più adatta alla propria età e al tempo di permanenza nel fondo stesso, e ricordare che l’obiettivo di investimento orientato a ottenere una pensione integrativa si basa su un orizzonte temporale di lungo periodo, quindi un momento di flessione contingente non deve influenzare una programmazione duratura nel tempo.

Comprendere questo passaggio è davvero importante per non ledere i propri obiettivi di risparmio e investimento, dunque il proprio patrimonio.

La razionalità della scelta, nel nostro esempio, è dimostrata empiricamente dai dati forniti dalla Relazione COVIP 2021 che certifica come, in un arco temporale di 10 anni, i rendimenti medi dei fondi pensione negoziali sono stati oltre il doppio della rivalutazione del TFR (rispettivamente 4,9% vs 1,9%).

Leggi anche il nostro articolo Relazione COVIP 2021: rendimenti fondi pensione più alti del TFR

Fondo Priamo: linee di investimento

Il Fondo Priamo è un fondo multicomparto, dunque offre agli aderenti più linee di investimento tra cui scegliere o su cui spostare la propria posizione individuale man mano che si avvicina il momento del pensionamento.

Vediamo, uno per uno, le caratteristiche dei comparti del Fondo Priamo.

1. Garantito Protezione

In questo comparto, appartenente alla categoria di quelli garantiti, dunque a basso rischio, confluiscono anche i flussi di TFR tacitamente conferiti e il contributo versato dai datori di lavoro per le adesioni contrattuali.

Si tratta della linea di investimento più indicata per chi dispone di un orizzonte temporale breve (inferiore a 5 anni) e/o per chi ha una propensione al rischio bassa. Il comparto investe in titoli di debito a breve-media scadenza, come titoli di Stato dei Paesi OCSE, titoli di debito Corporate e azioni (queste ultime entro il limite dell’8%).

Ricordiamo infine che questo comparto ha la garanzia di restituzione del capitale investito al momento della prestazione.

2. Bilanciato Prudenza

Questa linea di investimento della categoria bilanciata prevede una moderata esposizione al rischio ed è indicata per chi dispone di un orizzonte di medio periodo (fra i 5 e i 10 anni).

Investe prevalentemente in titoli obbligazionari, mentre gli investimenti in titoli azionari non possono superare il 17,5%.

3. Bilanciato Sviluppo

Come la precedente, anche la linea Bilanciato Sviluppo rientra nelle linee di investimento della categoria bilanciata, tuttavia presenta una maggiore esposizione al rischio e rendimenti attesi più elevati nel lungo periodo.

In questo caso il Fondo investe, infatti, in una composizione bilanciata tra titoli di debito e titoli di capitale. Gli investimenti in titoli azionari non possono comunque superare il 35%.

Leggi anche il nostro approfondimento Come vengono investiti i contributi dal Fondo Pensione

Fondo Priamo: strategia Life Cycle

Vista la disponibilità di diverse linee di investimento, gli iscritti al Fondo Priamo possono ottenere il massimo dal proprio fondo pensione adottando la cosiddetta strategia Life Cycle, letteralmente Ciclo di vita, un tipo di investimento che si modifica nel tempo in base all’età dell’investitore.

In quest’ottica, dunque, si opta per una linea di investimento potenzialmente a più elevata percentuale di rischio, ma potenzialmente più redditizia, in giovane età, magari nei primi anni di lavoro e di adesione al Fondo, per poi seguire un percorso di rischio/rendimento decrescente all’avvicinarsi al momento della pensione.

In questo modo, si può sfruttare l’orizzonte temporale lungo tipico della previdenza complementare per rischiare un po’ di più - ma pur sempre tutelati da una normativa e da controlli stringenti - per costruire una posizione individuale più consistente, per poi passare a comparti sempre più prudenti, con l’obiettivo di preservare la somma accantonata nel corso degli anni.

La strategia Life Cycle generalmente prevede un passaggio automatizzato da un comparto tendenzialmente più rischioso e redditizio a uno più prudente nel corso del tempo di permanenza nel Fondo sulla base dell’età dell’aderente. Ciò significa che, con l’avvicinarsi all’età del pensionamento, la posizione individuale verrà indirizzata verso comparti con percentuale di rischio inferiore (il cosiddetto “switch”).

Così facendo, si sfrutta appieno il tempo a disposizione ottenendo il massimo dal fondo pensione e si attiva quel processo di scelta razionale che porta a cambiare comparto non in funzione dell’andamento a breve termine dei mercati, ma dell’età e/o della propensione al rischio dell’aderente.

Si mitiga così l’emotività che potrebbe portare a compiere scelte irrazionali che vanno certamente a ledere il proprio patrimonio e a minare il raggiungimento dell’obiettivo di risparmio, e cioè la pensione integrativa.

Leggi anche il nostro approfondimento Life Cycle e Fondo Priamo: come investire il montante

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