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Dove conviene mettere i propri risparmi

Una domanda frequente tra i risparmiatori: dove conviene mettere i propri risparmi? E ancora, qual è l’investimento migliore per me?

Partiamo dal presupposto che una risposta univoca, valida per tutti, non esiste. In questo articolo scopriremo come e perché giungere a fare gli investimenti più adeguati alle proprie esigenze.

Vedremo insieme che cosa sono gli obiettivi di risparmio e perché rappresentano il primo passo per un risparmio consapevole e profittevole (tenere tutto il proprio denaro sul conto corrente, infatti, non è la scelta corretta), quanto è importante diversificare i propri investimenti e non destinare i risparmi a un unico impiego, perché la pensione integrativa dovrebbe essere un obiettivo di risparmio per tutti, quali sono i vantaggi dell’adesione a un fondo pensione negoziale e, infine, quali sono le diverse linee di investimento offerte dal Fondo Priamo.

Obiettivi di risparmio: il primo passo fondamentale

Dove conviene mettere i propri risparmi? La risposta è: sicuramente non bisognerebbe lasciarli sul conto corrente, e nemmeno sotto il materasso.

Il motivo è semplice: per risparmiare in maniera oculata ed efficace occorre prima di tutto individuare degli obiettivi precisi ai quali poi associare gli strumenti di risparmio e di investimento adeguati.

Risparmiare e poi lasciare il denaro sul medesimo conto corrente con il quale si gestiscono le spese quotidiane può innanzitutto portare a consumare il denaro accantonato in spese fatte d’istinto, in possibili sprechi o in acquisti non strettamente necessari nel presente, ma che pregiudicano in parte il futuro.

Inoltre, il conto corrente non è assolutamente competitivo, in termini di interessi riconosciuti ai correntisti, con qualsiasi altra forma di investimento, incluse quelle a più basso rischio. Questo significa che, in una fase in inflazione sostenuta come quella attuale, tenere il denaro sul conto significa erodere più rapidamente il suo potere d’acquisto.

Dunque prima di conoscere il “dove” mettere i risparmi, occorre chiedersi “per cosa” si mette da parte il denaro, posticipandone l'utilizzo e rinunciando alle spese presenti non necessarie.

Dare un nome ai propri risparmi, un’azione all’apparenza semplicissima, ci consente infatti di essere più efficaci e disciplinati nel raggiungere i nostri obiettivi e nell’individuare, opportunamente consigliati da professionisti, gli strumenti più adatti in termini di risparmio e investimento.

Per andare sul pratico, vediamo alcuni esempi di obiettivi di risparmio:

  • casa;
  • auto;
  • studi dei figli;
  • viaggi;
  • pensione integrativa.

Leggi anche il nostro approfondimento Come proteggere i propri risparmi in modo oculato

Conto corrente e conto deposito: un confronto

Abbiamo detto che tenere tutti i propri risparmi sul conto corrente non è la scelta ideale, ma quanto denaro conviene lasciare sul conto in banca?

La risposta sta nelle reali necessità di liquidità personali o familiari; insomma, occorrerebbe mantenere sul conto corrente il denaro sufficiente a far fronte alle spese ordinarie e a un minimo di imprevisti, come una spesa dentistica improvvisa, oppure una manutenzione straordinaria dell’auto.

Determinata la necessaria riserva di liquidità, il resto dei risparmi andrebbe quantomeno trasferito in un conto deposito.

Di cosa si tratta?

Il conto deposito è una tipologia di conto bancario che consente esclusivamente di versare e prelevare il denaro, dunque di custodire il risparmio del correntista, a fronte di tassi di interesse corrisposti dalla banca quale remunerazione degli importi depositati.

Per essere aperto, il conto deposito deve essere collegato a un conto corrente di appoggio. Esso può essere di due tipi:

  • libero, quando si può disporre liberamente del denaro depositato, quindi prelevato in ogni momento;
  • vincolato, quando non è possibile prelevare gli importi a proprio piacimento ma occorre attendere una scadenza prefissata. In questo caso, a fronte del vincolo l’istituto di credito concede un rendimento maggiore rispetto al conto deposito libero.

Di fatto, il conto deposito costituisce una forma di investimento a basso rischio e, dunque, anche a basso rendimento. Per questo può costituire un primo passaggio per chi intende abbandonare l’abitudine di accumulare denaro sul conto corrente ma non ha ancora fatto una puntuale valutazione dei propri obiettivi di risparmio e dei conseguenti investimenti più adatti a raggiungerli. Insomma, si tratta di una prima, grossolana, separazione tra il denaro necessario per liquidità quotidiana ed emergenze e quello che si intende investire e far fruttare per il futuro.

Leggi anche il nostro approfondimento Qual è la differenza tra conto corrente e conto deposito

L’importanza di diversificare gli investimenti

Una volta stilato l’elenco dei propri obiettivi di risparmio - che andrebbe rivisto periodicamente perché, nel tempo, questi potrebbero cambiare - occorre considerare un altro elemento fondamentale per rispondere compiutamente alla domanda “Dove conviene mettere i propri risparmi?”: parliamo dell’importanza della diversificazione.

Esattamente come lasciare tutto il denaro sul conto corrente è un errore, anche destinare l’intero risparmio a un unico investimento non è la scelta migliore.

Diversificare gli investimenti significa destinare il denaro che si intende investire a diverse tipologie di strumenti finanziari, con l’obiettivo di tutelare il capitale investito.

L’obiettivo di una buona diversificazione è infatti duplice:

  • minimizzare il rischio;
  • massimizzare i profitti.

Se poi combiniamo i concetti di obiettivo di risparmio e diversificazione, otteniamo un terzo beneficio: destiniamo i nostri capitali a strumenti studiati e ottimizzati proprio per raggiungere i nostri obiettivi.

L’esempio più lampante è quello che lega l’obiettivo di ottenere una pensione integrativa al momento del ritiro dal mercato del lavoro, con le diverse forme di previdenza complementare istituite proprio per perseguire questa finalità e con un impianto normativo e un sistema di vigilanza che tengono conto dell’importanza di questa tipologia di risparmio.

Leggi anche il nostro approfondimento Perché è così importante diversificare gli investimenti

Obiettivo di risparmio: pensione integrativa

Analizziamo nel dettaglio, quindi, proprio questo esempio di obiettivo di risparmio che dovrebbe riguardare tutti noi, dal momento che, indipendentemente dalla situazione personale e familiare, la pensione è una fase della vita che interessa l’intera platea dei lavoratori.

La previdenza complementare rappresenta una integrazione facoltativa della previdenza obbligatoria (INPS o casse professionali).

Dunque, il suo obiettivo è quello di integrare la pensione futura aggiungendo una rendita alla pensione INPS che spetta al termine del lavoro.

L’adesione avviene su base volontaria ed è gestita da soggetti ed enti di diritto privato, come i fondi pensione, che affidano le risorse accumulate a gestori finanziari (banche, società di gestione del risparmio, compagnie di assicurazione) che materialmente investono le risorse nei mercati finanziari.

Gli investimenti (in azioni, obbligazioni, titoli di Stato, quote di fondi comuni d'investimento, ecc.) sono effettuati dai Gestori specializzati in base alle indicazioni strategiche indicate dal fondo pensione e nel rispetto delle norme di legge, con l’obiettivo di ricavarne i rendimenti che si sommeranno al capitale investito per generare la rendita integrativa della pensione.

Giunto al pensionamento, l’aderente ottiene la rendita derivante dalla previdenza complementare o, a determinate condizioni, l’intero capitale o parte di esso.

L’attività dei fondi pensione è controllata da un’autorità di vigilanza indipendente, la COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione).

Leggi anche il nostro approfondimento Cos'è e come funziona la previdenza complementare

Fondi Pensione negoziali: vantaggi

Tra le forme di previdenza complementare presenti in Italia, quella che risulta essere più vantaggiosa per i lavoratori dipendenti e, dunque, maggiormente rispondente ai loro obiettivi di risparmio legati alla pensione integrativa, è il fondo pensione negoziale.

Si tratta principalmente di fondi pensione complementari istituiti nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale o aziendale. Dunque, alcuni CCNL o accordi aziendali prevedono l’adesione e la contribuzione a un fondo pensione per i lavoratori.

Ricordiamo che lavoratori appartenenti a imprese differenti, e interessati da CCNL o contratti aziendali specifici, non possono aderire ad altri fondi pensione negoziali destinati ad altre categorie. Per questo sono anche definiti fondi “chiusi”.

Un esempio è il nostro Fondo Priamo, riservato ai lavoratori dipendenti addetti ai servizi di Trasporto Pubblico e ai lavoratori dei settori affini, addetti agli impianti di trasporto a fune, personale marittimo, settore della logistica, trasporto merci, noleggio di autobus con conducente.

Nel novero dei fondi pensione negoziali, o chiusi, rientrano anche quelli territoriali, istituiti in base ad accordi tra rappresentanti dei datori di lavoro e lavoratori appartenenti a un determinato territorio.

Perché inizialmente abbiamo affermato che per i lavoratori dipendenti i fondi pensione negoziali rappresentano la scelta più vantaggiosa? Ecco alcuni punti su cui riflettere:

  • è possibile destinare il TFR a questa forma di previdenza complementare, affinché venga investito e generi una rendita, anziché lasciarlo in azienda;
  • nel medio/lungo periodo, che è l’orizzonte tipico della previdenza complementare, i rendimenti del TFR investito in un Fondo Pensione superano in genere la rivalutazione del TFR lasciato in azienda;
  • a fronte di un contributo proprio del lavoratore, l’adesione al fondo pensione dà diritto il contributo aggiuntivo a carico del datore di lavoro;
  • se il fondo è multicomparto è possibile, come vedremo, scegliere tra diverse linee di investimento a seconda delle esigenze dell’aderente in termini di rapporto rischio/rendimento e dell’orizzonte temporale a sua disposizione;
  • i costi dei fondi pensione negoziali sono quelli più contenuti tra le forme di previdenza complementari, poiché sono istituiti senza scopo di lucro e operano nell’esclusivo interesse dei soggetti aderenti.

Inoltre, come tutte le altre forme di previdenza integrativa, in caso di adesione al fondo pensione è possibile fruire di un trattamento fiscale di favore, che mostra i suoi benefici sin dalla fase di contribuzione, e si estende fino alla fase finale di prestazione.

Leggi anche il nostro approfondimento Fondo Pensione: cos'è e come funziona

Fondo Priamo e linee di investimento

Come detto i fondi pensione multicomparto, come il Fondo Priamo, offrono ai soggetti aderenti la possibilità di scegliere tra diverse linee di investimento, che vanno da quelle più prudenti a quelle con un rapporto rischio/rendimento più elevato.

Ciò consente di ottimizzare risparmio e investimento a seconda delle fasi della vita dell’iscritto, dalla prima occupazione all’approssimarsi del momento della pensione.

Nel dettaglio i comparti di Priamo tra cui scegliere sono i seguenti:

  • Garantito Protezione: rientra tra i comparti garantiti, appunto, e in esso confluiscono anche i flussi di TFR tacitamente conferiti e il contributo versato dalle aziende per le adesioni contrattuali;
  • Bilanciato Prudenza: linea di investimento nella categoria bilanciata con una moderata esposizione al rischio;
  • Bilanciato Sviluppo: linea di investimento nella categoria bilanciata che presenta una maggiore esposizione al rischio e rendimenti più elevati nel lungo periodo.

Tipicamente, il consiglio è quello di scegliere la linea di investimento con maggiore esposizione al rischio in giovane età, utilizzando il lungo orizzonte temporale come risorsa per mitigare i rischi e beneficiare dei rendimenti più elevati, e poi passare ai comparti via via più prudenti fino a giungere a quello garantito quando si avvicina la pensione.

La scelta di un comparto, infatti, non è definitiva ed è possibile trasferire la propria posizione individuale da un comparto all’altro nel corso del tempo.

Leggi anche il nostro approfondimento Come vengono investiti i contributi dal Fondo Pensione

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