Cosa succede se il datore di lavoro non versa TFR e contributi al fondo pensione? Cos’è l’omissione contributiva? Quali sono i diritti del lavoratore iscritto al fondo pensione?
In questo articolo rispondiamo a tutte le domande sull’omissione contributiva e illustreremo le diverse azioni da intraprendere a seconda che l’omissione avvenga mentre il datore di lavoro è ancora operativo oppure in caso di fallimento.
Scopriremo infine qual è il ruolo del Fondo di garanzia INPS e in che modo tenere sotto controllo la posizione individuale per sapere sempre se i contributi sono stati versati correttamente oppure no.
L’omissione contributiva si configura quando il datore di lavoro non versa alla forma di previdenza complementare dove il lavoratore è iscritto, gli importi dovuti per TFR, contributi dell’azienda e contributi del lavoratore.
L’omissione contributiva al fondo pensione comporta una serie di conseguenze “a cascata”:
Nei prossimi paragrafi vedremo che le procedure per recuperare i versamenti contributivi dovuti e proseguire con il proprio progetto previdenziale variano a seconda che il datore di lavoro sia ancora in attività o sia sottoposto a una procedura concorsuale (come il fallimento).
Il primo passo per un lavoratore è verificare se i contributi non sono stati effettivamente versati. Questa operazione può essere effettuata accedendo all'area riservata del proprio fondo pensione, dove sono registrati i flussi contributivi. Un controllo periodico consente di accorgersi tempestivamente di eventuali omissioni e di agire senza ritardi. A questo passaggio dedicheremo un paragrafo specifico al termine dell'articolo.
Se emerge una mancanza, è importante rivolgersi subito al proprio fondo. La segnalazione avvia infatti un processo di verifica e sollecito, poiché esso ha strumenti specifici per richiedere all'azienda la regolarizzazione dei versamenti. Questo passaggio è spesso risolutivo, dato che il fondo agisce come intermediario, sollecitando direttamente il datore di lavoro.
Se tale attività non porta a risultati immediati, è opportuno che anche il lavoratore invii una richiesta scritta al datore di lavoro. La comunicazione, preferibilmente tramite raccomandata o PEC, deve sollecitare il versamento dei contributi mancanti. Questo passaggio formale rafforza la posizione del lavoratore e costituisce una prova documentale utile in caso di ulteriori azioni.
Se, nonostante le segnalazioni e i solleciti, la situazione rimane irrisolta, l'ultima possibilità è quella di intraprendere un'azione legale. Ci si può rivolgere a un avvocato specializzato in diritto del lavoro o a un sindacato, che può assistere nel recupero coattivo delle somme dovute. Ferma restando la disponibilità del Fondo nel fornire l’assistenza necessaria, l’azione legale di rivalsa deve essere promossa dal lavoratore aderente, in quanto titolare della posizione individuale accantonata presso il Fondo, è l’unico soggetto legalmente legittimato all’azione nei confronti dell’azienda.
In sintesi, in caso di omissione contributiva da parte di un datore di lavoro ancora operativo, è fondamentale agire con tempestività e metodo: prima verificare, poi segnalare al fondo, quindi sollecitare formalmente e, se necessario, ricorrere alle vie legali. Solo un approccio ordinato e consapevole permette di salvaguardare i propri diritti previdenziali e assicurare continuità alla futura pensione.
Se l’omissione contributiva avviene in caso di procedura concorsuale, come il fallimento dell’azienda, il dipendente ha diritto di recuperare il credito spettante insinuandosi al passivo.
Facciamo un passo indietro per chiarire meglio.
L’insinuazione al passivo è la procedura alla quale partecipano i creditori di un’impresa che ha dichiarato fallimento e serve per rientrare tra gli aventi diritto a essere rimborsati del proprio credito in tutto o in parte.
Per completezza, elenchiamo le principali procedure concorsuali previste dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa (che ha sostituito la Legge Fallimentare):
Il curatore fallimentare, dicevamo, procede con l’inventario dei beni dell’impresa e, attraverso la loro vendita, prova a recuperare la liquidità utile a pagare i creditori, che però per far valere i propri diritti devono appunto insinuarsi al passivo.
Dunque non basta vantare un credito ma occorre questo passaggio aggiuntivo.
Detto questo, se il dipendente che ha subito l’omissione contributiva non riesce a recuperare il proprio credito, ha ancora una possibilità: rivolgersi al Fondo di Garanzia dell’INPS.
Il Fondo di garanzia dell’INPS, o meglio il Fondo di garanzia per la posizione previdenziale complementare, ha lo scopo di intervenire se il datore di lavoro insolvente ha omesso di versare, in tutto o in parte, i contributi alla forma di previdenza complementare del lavoratore.
Nei casi di insolvenza, il Fondo di Garanzia versa direttamente al fondo pensione a cui ha aderito il dipendente il TFR, i contributi del lavoratore e quelli del datore di lavoro.
L’importo dovuto va quindi ad alimentare la posizione individuale dell’aderente alla previdenza complementare.
Per fare richiesta di tutela da parte del Fondo di Garanzia INPS, occorre dunque rispettare determinate condizioni:
Nell'ipotesi di datore di lavoro non soggetto alle procedure concorsuali, i requisiti per l'intervento del Fondo sono:
Chiudiamo con due precisazioni circa gli importi corrisposti dal fondo:
Per evitare di subire omissioni contributive che si protraggono nel tempo, è sempre opportuno tenere sotto controllo la propria posizione individuale.
In particolare, il Fondo Priamo mette a disposizione dei propri iscritti un’area riservata attraverso la quale è possibile avere informazioni immediate su:
Controllare periodicamente la propria situazione previdenziale è molto utile ad evitare disallineamenti e/o omissioni contributive sulla propria posizione individuale.
Inoltre, ogni anno il Fondo è tenuto a produrre e a trasmettere agli aderenti il Prospetto delle prestazioni pensionistiche - Fase di accumulo, che contiene le seguenti informazioni:
Chiudiamo ricordando che la conoscenza e la consapevolezza sono le prime forme di tutela del proprio risparmio e, parlando di previdenza complementare, del proprio futuro.
Leggi anche il nostro approfondimento Guida alla lettura del Prospetto delle prestazioni pensionistiche - fase di accumulo
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