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Cos'è la previdenza complementare europea PEPP

Nel panorama della previdenza complementare italiana si affacciano i PEPP, acronimo di Pan-European Personal Pension Product o prodotto pensionistico individuale paneuropeo.

I PEPP, introdotti con la direttiva UE n. 1238/2019, hanno l'obiettivo di far crescere la previdenza complementare europea dando maggiori opportunità di scelta ai risparmiatori UE.

In questo articolo scopriremo nel dettaglio cos’è e come funziona la previdenza complementare europea, spiegando per quale motivo la soluzione più conveniente per i lavoratori dipendenti resti comunque l’adesione a un fondo pensione negoziale come Priamo.

Cos’è la previdenza complementare europea?

Il prodotto pensionistico individuale paneuropeo, o PEPP (Pan-European Personal Pension Product), è un piano di previdenza individuale che ha come caratteristica fondamentale la piena portabilità tra tutti i Paesi europei.

Si tratta di un prodotto previdenziale ad adesione e contribuzione volontaria, dunque una forma di previdenza complementare, che dà quindi diritto a una pensione integrativa.

Tuttavia, chi aderirà al PEPP non potrà versarvi il TFR (trattamento di fine rapporto). Questa importante previsione è compresa nella bozza di decreto legislativo che recepisce la direttiva UE n. 1238/2019, con la quale si è introdotta questa forma di previdenza complementare europea.

L’obiettivo dell’introduzione del PEPP è quello di consentire ai cittadini europei di accedere a un nuovo prodotto pensionistico caratterizzato da:

  • possibilità di essere realizzato e distribuito da una ampia platea di operatori, coinvolgendo istituti di credito, compagnie assicurative, fondi pensione e società d'investimento;
  • regole semplici e predefinite, tra cui il cosiddetto basic PEPP (prodotto che garantisce il recupero del capitale investito) nel caso l’operatore preveda più linee di investimento con diversi livelli di rischio;
  • un regime di piena portabilità fra gli Stati membri dell'UE;
  • libertà di trasferimento da un intermediario a un altro.

In Italia, gli organi competenti preposti al controllo e alla vigilanza saranno:

  • COVIP, Commissione di vigilanza sui fondi pensione, per la ricezione delle domande di registrazione dei PEPP da parte dei fornitori;
  • IVASS, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, per le attività di monitoraggio.

Come funziona il PEPP?

Come spiegato, si tratta di una nuova tipologia di prodotto pensionistico, che va ad aggiungersi alle forme di previdenza complementare già esistenti previste dal D.Lgs. 252/2005.

In particolare, il PEPP va ad aggiungersi ai prodotti pensionistici ad adesione individuale, e cioè:

  • fondi pensione aperti ad adesione individuale;
  • PIP, piani pensionistici individuali realizzati dalle compagnie di assicurazione.

Questo significa che l’introduzione del PEPP non andrà invece a incidere sugli schemi pensionistici nazionali, obbligatori o aziendali o professionali, e sui fondi pensione negoziali o chiusi.

Come detto, una delle particolarità fondamentali del PEPP, che interessa i lavoratori dipendenti, è l’esclusione della possibilità di conferirvi il TFR.

A eccezione delle previsioni sul TFR, per tutto il resto la disciplina del PEPP sarà identica a quella che regola tutte le altre forme di previdenza complementare presenti in Italia.

Sono previsti, ad esempio:

  • l’accesso alla RITA (rendita integrativa temporanea anticipata);
  • la deduzione fiscale dei contributi versati, fino a un importo massimo di 5.164,57 euro l'anno;
  • l’adesione per conto di familiari fiscalmente a carico.

PEPP e Fondi Pensione: l’importanza del TFR

La differenza più importante tra Fondi Pensione e PEPP sta quindi nell’impossibilità di destinare a questi ultimi il trattamento di fine rapporto.

La destinazione del TFR alla previdenza complementare, tuttavia, è uno degli indubbi vantaggi per i lavoratori dipendenti che scelgono di aderire a un fondo pensione come Priamo.

Far confluire il proprio TFR nella costruzione della pensione integrativa rappresenta infatti l’opportunità di veder crescere la propria posizione a costo zero, per poi scegliere di aggiungere o meno una contribuzione propria; nel caso dei fondi pensione negoziali, quest’ultima attiva anche il contributo del datore di lavoro (altra fonte di risparmio e accumulo a costo zero per il lavoratore).

Dunque, seppure l’introduzione dei PEPP garantisca un più ampio ventaglio di scelta per i risparmiatori che intendono aderire alla previdenza complementare, per i lavoratori dipendenti la scelta del fondo pensione negoziale resta comunque la più conveniente, in particolare per tre elementi:

  • possibilità di conferire il TFR;
  • diritto di ricevere il contributo aggiuntivo del datore di lavoro in caso di contribuzione propria del lavoratore;
  • costi di gestione contenuti, dal momento che i fondi pensione negoziali come Priamo non hanno scopo di lucro e operano nell’esclusivo interesse dei soggetti aderenti.

Per approfondire il tema del TFR leggi anche TFR in azienda o in un fondo pensione: come scegliere?

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