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Propensione al rischio: come allocare al meglio le risorse

Conoscere la propria propensione al rischio è fondamentale per stabilire quali siano gli investimenti più adatti alle proprie caratteristiche personali e agli obiettivi finanziari per sé e per i propri cari. Una volta definita la propria propensione al rischio, infatti, è possibile costruire il portafoglio di investimenti attraverso l’attività di allocazione delle risorse considerando anche i rendimenti e l’orizzonte temporale a disposizione dell’investitore.

In questo articolo vedremo cos’è la propensione al rischio e quali sono i fattori che la costituiscono e condizionano. Vedremo, poi, in che modo i fondi pensione costruiscono i propri comparti anche in relazione al rischio e quali sono le diverse tipologie fra le quali l’aderente può fare le proprie scelte.

Infine, analizzeremo la strategia Life Cycle, che prevede il passaggio da un comparto all’altro seguendo l’orizzonte temporale a disposizione dell’aderente.

Cos’è la propensione al rischio?

Quando parliamo di propensione al rischio in relazione agli investimenti intendiamo la capacità dell’investitore di affrontare i rischi finanziari a fronte di maggiori rendimenti. Una capacità che si forma sulla base di diversi fattori combinati fra loro; nel dettaglio:

  • obiettivi finanziari dell’investitore: ad esempio, la pensione, gli studi dei figli, una casa nuova, ecc.;
  • età dell’investitore: come vedremo, l’orizzonte temporale a disposizione influenza la propensione al rischio;
  • situazione economico-patrimoniale: è importante tenere ben presente la propria capacità finanziaria nel sopportare le possibili perdite di capitale derivanti da investimenti a più alto tasso di rendimento, poiché al crescere del rendimento potenziale cresce anche il grado di rischio;
  • tolleranza al rischio: indica la capacità di sopportazione psicologica alle oscillazioni di mercato;
  • esperienza di investimento: la capacità di accedere alle informazioni e di interpretare razionalmente i fenomeni economico-finanziari fa, senz’altro, la differenza.

Questa combinazione di fattori dimostra come la propensione al rischio cambi di persona in persona e come una conoscenza del proprio orientamento al rischio renda più efficace l’attività di investimento, dunque la composizione del portafoglio (l’insieme, cioè, dei diversi strumenti finanziari adottati).

Leggi anche il nostro articolo Cos'è la relazione rischio-rendimento.

Cos’è l’allocazione delle risorse?

La composizione del portafoglio avviene, tipicamente, attraverso la cosiddetta asset allocation (allocazione delle risorse), un’attività volta a massimizzare i rendimenti e basata su tre fattori fondamentali:

  • rendimenti, che differiscono da investimento a investimento;
  • propensione al rischio dell’investitore, di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente;
  • orizzonte temporale, cioè il tempo che l’investitore ha a disposizione sia per questioni anagrafiche sia in relazione allo specifico investimento.

L’allocazione delle risorse si basa su un’attenta diversificazione degli investimenti, dal momento che destinare la totalità dei propri risparmi a un unico strumento potrebbe comportare un rischio troppo elevato, fino alla perdita del capitale, oppure un rendimento prossimo allo zero, che non tutela il capitale dalla perdita di potere d’acquisto causato dall’inflazione.

L’asset allocation è dunque un lavoro accurato di selezione degli investimenti che prende in considerazione il capitale a disposizione dell’investitore, il rapporto rischio/rendimento e l’orizzonte temporale disponibile per quell’investimento e che, proprio per questa sua natura delicata, dovrebbe essere sempre affidata a operatori specializzati.

Leggi anche il nostro approfondimento Perché è così importante diversificare gli investimenti.

Propensione al rischio e scelta dei comparti nei fondi pensione

I fondi pensione possono essere monocomparto, dunque con una sola linea di investimento, oppure multicomparto, come il Fondo Priamo, e cioè con più linee di investimento tra le quali l’aderente può scegliere, ciascuna differenziata in base al profilo di rischio e ai rendimenti potenziali. In quest’ultimo caso, parliamo di fondi multicomparto.

Inoltre, essi operano nel quadro di una normativa stringente che impone loro di non concentrare gli investimenti su singoli strumenti e di evitare investimenti che abbiano un mero intento speculativo, in grado, quindi, di mettere a rischio un risparmio delicato come quello previdenziale.

Le linee di investimento vengono classificate come segue, considerando un profilo di rischio crescente:

  • garantite;
  • obbligazionarie, che possono essere pure o miste. In questo secondo caso investono principalmente in obbligazioni, ma non in via esclusiva;
  • bilanciate, che tendenzialmente investono per la metà in azioni e per l’altra metà in obbligazioni;
  • azionarie.

Nello specifico, i comparti di Priamo sono i seguenti:

  • Garantito Protezione: rientra tra i comparti garantiti, appunto, e in esso confluiscono anche i flussi di TFR tacitamente conferiti ed il contributo versato dai datori di lavoro per le adesioni contrattuali.
  • Bilanciato Prudenza: linea di investimento nella categoria bilanciata con una moderata esposizione al rischio.
  • Bilanciato Sviluppo: linea di investimento nella categoria bilanciata che presenta una maggiore esposizione al rischio e rendimenti più elevati nel lungo periodo.

Leggi anche il nostro approfondimento Come vengono investiti i contributi dal Fondo Pensione.

Fondo pensione e strategia Life Cycle

Nella scelta della linea di investimento del fondo pensione occorre considerare, con attenzione, la propensione al rischio derivante dall’orizzonte temporale a disposizione dell’aderente.

Nel caso di fondi multicomparto, come Priamo, l'aderente deve fare delle scelte in grado, potenzialmente, di massimizzare la permanenza nel fondo, se prese correttamente. Si tratta, in sostanza, di scegliere il comparto più adeguato all’età dell’aderente e alla distanza temporale dal pensionamento.

In presenza di più linee di investimento, la strategia Life Cycle consente di sfruttare nel migliore dei modi le diverse opzioni.

Life Cycle significa “ciclo di vita”. Con questa espressione si fa riferimento al fatto che l’investimento segue l’invecchiamento dell’aderente e l’approssimarsi del pensionamento, dunque si modifica via via che si avvicina l’età pensionabile.

Si tratta, insomma, di una strategia orientata al passaggio dell’iscritto da una linea di investimento all’altra nelle varie fasi della vita, facendo così una pianificazione di lungo periodo.

L’iter da seguire è piuttosto semplice: si sceglie la linea di investimento potenzialmente a più elevata percentuale di rischio, ma potenzialmente più redditizia, in giovane età, per poi seguire un percorso di rischio/rendimento decrescente all’avvicinarsi al momento della pensione.

Nel caso di Fondo Priamo, ad esempio, è possibile optare per il Bilanciato Sviluppo in giovane età e nel corso degli anni passare al Bilanciato Prudenza e infine al Garantito Protezione, quando mancano circa cinque anni al pensionamento. Il passaggio da un comparto all’altro si chiama “switch” e può essere fatto sia via posta, mediante raccomandata a/r, sia attraverso l’Area Riservata sul sito di Priamo.

Per conoscere nel dettaglio le procedure di switch vai alla nostra pagina dedicata alla Scelta del comparto

Questo tipo di strategia è particolarmente adatto a un orizzonte lungo, tipico della previdenza complementare, che consente in linea generale di concedersi un livello di rischio più elevato da giovani - per ottenere maggiori rendimenti potenziali e/o mitigare il maggior rischio grazie a un intervallo temporale per l’investimento più esteso - per poi passare a opzioni sempre più prudenti con l’obiettivo, negli anni che precedono la pensione, di preservare la somma accantonata.

Leggi anche il nostro approfondimento Life Cycle e Fondo Priamo: come investire il montante.

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