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Cos'è e come funziona lo spread

Lo spread è la differenza di rendimento fra due titoli di Stato di Paesi diversi. Nel nostro caso la differenza tra BTP italiani e Bund tedeschi.

La Germania e i suoi titoli di Stato diventano un punto di riferimento perché la loro economia è considerata la più stabile e sicura d’Europa, dunque tutti i titoli di Stato europei si misurano in relazione ai Bund.

Uno Spread che cresce troppo, come vedremo, genera un domino di conseguenze negative sul Paese, mentre uno Spread basso è un buon indicatore per l’economia del Paese, il debito pubblico e l’accesso al credito di cittadini e imprese.

Approfondiamo insieme.

Cos’è lo spread?

Partiamo dal significato letterale della parola inglese Spread: divario. Divario, differenza, dunque.

Lo Spread sui mercati finanziari sta ad indicare la differenza di rendimento tra due titoli di Stato.

Facciamo subito un esempio che dia un numero al valore dello Spread. Se un titolo ha un rendimento pari al 3% e un altro rende l’1%, lo Spread tra i due titoli sarà pari 2 punti percentuali.

Tecnicamente questa differenza si misura in punti base, dal momento che ogni punto percentuale viene diviso in 100 parti e ogni parte si chiama punto base e rappresenta lo 0,01%.

Nel nostro esempio, dunque, lo spread sarà pari a 200 punti base.

Spread tra BTP e Bund tedeschi

In Italia i titoli che si confrontano per determinare il valore dello Spread sono:

  • BTP italiani (Buoni del Tesoro Poliennali, a dieci anni);
  • bund tedeschi (titoli di Stato a dieci anni).

Chiariamo subito due punti, essenziali per la comprensione:

  • i titoli sono entrambi a dieci anni dal momento che i confronti possono essere fatti esclusivamente tra titoli analoghi per natura e durata;
  • si considerano i titoli di Stato della Germania poiché in Europa sono quelli più affidabili e solidi, dunque diventano punto di riferimento.

Dunque, se il divario tra i titolo italiani e quelli tedeschi è minimo, l’economia del nostro Paese può essere considerata in salute e stabile. Viceversa se il divario cresce, questo è sintomo di instabilità per l’Italia, dal momento che gli investitori ritenendo i nostri titoli più rischiosi, pretendono rendimenti più elevati.

Negli anni la soglia di allarme oltre la quale il dato dello Spread diventa preoccupante è pari ai 300 punti base. Un divario di rendimento pari o superiori a 3 punti percentuali, indica che i nostri titoli e la nostra economia non sono più considerati “sicuri”.

Che cosa succede se lo Spread sale?

L’innalzamento eccessivo dello Spread scatena un domino di conseguenze economico-finanziarie, che vediamo nel dettaglio:

  • si attiva un circolo vizioso per cui chi investe nel debito del nostro Paese, acquistando titoli dello Stato italiano, legge il dato come indicatore di scarsa stabilità economica e smette di investire oppure lo fa soltanto se i rendimenti crescono;
  • i rendimenti in aumento fanno crescere il debito pubblico, dal momento che bisogna aumentare i fondi destinati a finanziare il debito;
  • per reperire i fondi di cui sopra occorre attingere al bilancio dello Stato intervenendo con la riduzione della spesa pubblica o un aumento delle imposte o entrambe le cose;
  • incide su mutui e prestiti futuri, complicando l’accesso al credito di privati e imprese.

Abbiamo parlato di domino e circolo vizioso, dal momento che come si può ben intuire l’economia generale peggiora rendendo ancora meno stabili i rendimenti dei titoli di Stato.

Qual è lo Spread oggi?

È possibile seguire giorno per giorno l’andamento dello Spread, ad esempio collegandosi alla pagina de Il Sole 24 Ore dedicata a questo indicatore.

Spread e fondi pensione

Uno Spread che cresce oltre il dovuto, può avere delle ripercussioni sui fondi pensione, come è accaduto nel 2008 e nel 2018, anni in cui si sono registrati rendimenti negativi per i fondi.

Ma i fondi pensione per loro natura hanno il potere di sterilizzare questi effetti, dal momento che i relativi rendimenti vanno valutati avendo presente un orizzonte temporale pluridecennale.

Orizzonte temporale, questo, che diventa punto di forza soprattutto per chi decide di aderire prima possibile, riducendo dunque al minimo gli effetti sui rendimenti causati dall’innalzamento dello Spread.

Leggi il nostro approfondimento Perché i giovani dovrebbero aderire a un fondo pensione.

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