Costruire con cura il proprio montante contributivo è il primo passo per dar vita a un solido progetto previdenziale integrativo.
In questa guida vedremo innanzitutto la sua composizione, analizzando le diverse forme di contribuzione che lo alimentano. Passeremo poi a illustrare come questo capitale possa crescere nel tempo grazie alla capitalizzazione e alla forza dell'interesse composto.
Approfondiremo anche i vantaggi fiscali riservati agli aderenti, che, tramite deduzioni e una tassazione agevolata, concorrono a preservare il valore accumulato.
Concluderemo, infine, con una panoramica sulle diverse opzioni a disposizione per gestire il montante una volta raggiunto il traguardo del pensionamento.
Aderendo a un fondo pensione negoziale come Priamo, il lavoratore costruisce nel tempo il proprio montante contributivo: si tratta di un “capitale personale” che cresce grazie al conferimento del TFR maturando, ai versamenti del lavoratore stesso e a quelli del datore di lavoro. A questo ammontare si devono poi aggiungere i rendimenti generati dagli investimenti, al netto dei costi e delle imposte.
Tale patrimonio, che è nominativo per ogni iscritto, è la base su cui verrà calcolata la pensione integrativa. L'equazione è semplice: maggiore è il capitale accumulato durante la vita lavorativa, più alto sarà l’importo della pensione percepita al momento dell’uscita dal mondo del lavoro.
In definitiva, possiamo immaginare il montante come un “salvadanaio”, pensato per raccogliere risorse da più fonti. Al pensionamento, questo salvadanaio verrà “rotto” e le risorse accumulate saranno erogate sotto forma di pensione integrativa.
Gli aderenti a un fondo pensione come Priamo possono contare su due alleati per monitorare costantemente questo percorso di accumulo. Il primo è l’area riservata, all’interno della quale è possibile visualizzare in ogni momento la posizione individuale sempre aggiornata.
Il secondo è il "Prospetto delle prestazioni pensionistiche – Fase di accumulo", un documento che viene inviato ogni anno e che, tra le altre cose, riassume con chiarezza l’ammontare dei contributi versati e i rendimenti ottenuti, oltre a contenere una stima dell’importo che sarà possibile ricevere al pensionamento.
La costruzione del montante contributivo è un processo graduale, alimentato da diverse fonti che, come mattoncini, edificano il capitale per la pensione.
Le principali sono:
La forza della previdenza complementare risiede nella sua modularità: ogni iscritto può combinare questi elementi, costruendo un percorso di accumulo su misura per le proprie capacità e i propri obiettivi.
La crescita del montante contributivo è spinta da un potente motore finanziario: la capitalizzazione individuale. In un fondo pensione, infatti, il capitale non è statico, ma viene costantemente messo a frutto.
Ogni contributo versato viene investito, e i rendimenti che ne derivano non vengono semplicemente accantonati, ma si sommano al capitale accumulato per generare a loro volta nuovi interessi. Si innesca così un effetto moltiplicatore, noto come interesse composto, che accelera la crescita del patrimonio nel tempo.
Questo processo si rinnova costantemente: il capitale accumulato viene rivalutato ogni anno sulla base dei risultati della gestione, mentre i nuovi versamenti si integrano in questa base di calcolo sempre più grande, pronti a generare i propri rendimenti.
La costanza nei versamenti e un orizzonte temporale lungo diventano quindi alleati preziosi, poiché amplificano al massimo la forza della capitalizzazione. È proprio questo dinamismo a rendere la previdenza complementare uno strumento di accumulo ben più efficace del semplice risparmio (ad esempio, sul conto corrente personale), trasformando il tempo in un vero e proprio fattore di rendimento.
Lo Stato sostiene attivamente la previdenza complementare, riconoscendone il ruolo ormai indispensabile. Questo sostegno si traduce, tra le altre cose, in un regime fiscale privilegiato, che non solo incentiva l'adesione, ma amplifica ulteriormente la crescita del montante.
Questi benefici si articolano su tre livelli:
Nel loro insieme, questi incentivi fiscali agiscono come un vero e proprio “scudo” che protegge gli importi accumulati, permettendo al montante di sviluppare il suo pieno potenziale e massimizzando il risultato finale del risparmio previdenziale.
Giunti al traguardo del pensionamento, il montante contributivo cessa di essere un accumulo e diventa la fonte da cui attingere per la propria pensione integrativa.
A questo punto, l'aderente può scegliere di convertire l'intero capitale in una rendita periodica, oppure optare per una soluzione mista, ricevendo fino al 50% subito in forma di capitale. In alcuni casi specifici, inoltre, può chiedere di liquidare il 100% del montante in forma di capitale, in un’unica soluzione.
L'importo della rendita viene calcolato applicando al capitale finale un coefficiente di trasformazione, un parametro che tiene conto dell'età e della tipologia di prestazione richiesta. Per orientarsi tra le diverse possibilità, strumenti come il motore di calcolo di Fondo Priamo permettono di simulare l'importo della prestazione e pianificare il futuro con maggiore consapevolezza.
Il montante contributivo è, in essenza, il patrimonio che dà forma e sostanza al proprio futuro previdenziale. Non è un semplice accumulo, ma un capitale dinamico, alimentato dai versamenti di lavoratore, azienda e dai flussi di TFR, e costantemente valorizzato dalla forza dei rendimenti e dagli incentivi fiscali.
Ogni contributo, anche il più piccolo, diventa un tassello essenziale per costruire un progetto pensionistico solido e concreto. Comprendere a fondo questo strumento e il suo funzionamento significa quindi investire con consapevolezza nel proprio domani, valorizzando al massimo il proprio percorso previdenziale.
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